#Earth day 22 aprile

Il 22 APRILE si celebra l’EARTH DAY, la GIORNATA DELLA TERRA, la più grande iniziativa al mondo dedicata all’ambiente e alla salvaguardia del pianeta, la nostra casa. L’iniziativa coinvolge un miliardo di persone e unisce settori diversi come la scienza, la politica, l’economia e l’entertainment con l’obiettivo di verificare lo stato di salute della Terra e mettere in atto azioni concrete per garantire un futuro all’umanità e alle innumerevoli specie che la abitano. Come recita, infatti, uno dei principi cardine del MANIFESTO DELLA GIORNATA, istituita dalle Nazioni Unite il 22 aprile del 1970: “Tutti, a prescindere dall’etnia, dal sesso, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”.

Sostenibile. Quante volte sentiamo ripetere questo termine a scuola, in televisione, sui social ma qual è il suo significato più profondo? Il termine “sostenibilità” etimologicamente deriva dal verbo latino “sustĭneo, sustinēre” che significa resistere, durare ma anche sostenere, sorreggere, sopportare, proteggere e nutrire. Nelle scienze ambientali ed economiche, con il termine sostenibilità si intende la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità alle generazioni future di realizzare i propri.

Sostenibilità significa quindi per prima cosa porsi in una visione di lungo termine e occuparsi di sostenibilità significa avere una visione sistemicache tenga conto degli impatti ambientali, dei vantaggi economici, del benessere sociale.

Economia, ecologia ed equità sembrano davvero non avere nulla in comune, eppure se attingiamo al loro significato etimologico, scopriamo che nelle loro radici le tre dimensioni della sostenibilità sono tra loro interconnesse. 

La parola “economia” deriva dal termine greco οĭκος (oikos), che significa “casa”, “ambiente” e anche “beni di famiglia”. Questa stessa radice è presente anche nella parola “ecologia”, che indica lo studio e la scienza dell’ambiente. Vediamo quindi che “economia” ed “ecologia” hanno in comune l’oggetto “oikos”, ossia l’ambiente in cui viviamo che è la casa per noi e per le generazioni che verranno. L’ecologia si occupa del “cosa”, ossia studia l’ambiente e le relazioni tra ambiente e organismi viventi. L’economia si concentra sul “come”e attraverso il νόμος (nomos), “norma” o “legge”, indica le modalità per amministrare i beni e soddisfare i bisogni individuali e collettivi. Lo stesso termine νόμος è presente nella parola greca εύνομία (eynomia), traduzione di “equità” o “buona amministrazione”, che è ciò che garantisce una giusta distribuzione delle ricchezze e le stesse opportunità a tutti gli individui. Il libro “Le parole della sostenibilità”di Francesca Cappellaro offre un percorso interessante di riconnessione dei concetti legati alla sostenibilità e di ricerca di un loro equilibrio.

Riflettere, dunque, su una giornata che celebra la sostenibilità della terra e dell’ambiente significa porre attenzione all’utilizzo responsabile ed equilibrato delle risorse naturali come l’acqua, l’aria, il suolo e le foreste in modo tale da non esaurirle o danneggiarle in modo irreversibile; significa interessarsi a minimizzare gli impatti negativi delle nostre attività umane sull’ambiente come l’inquinamento, la distruzione degli habitat naturali e l’aumento del cambiamento climatico, preoccupandoci di non compromettere la capacità del pianeta di sostenere la vita nelle sue molteplici forme nel lungo termine.

“PLANET VS PLASTIC” è il richiamo di questa 54° edizione della Giornata mondiale della Terra. La manifestazione ambientale più grande del pianeta quest’anno accende i suoi riflettori sul tema della riduzione dell’inquinamento da plastica. L’obiettivo è quello di coinvolgere governi, imprese e cittadini nell’investire nel nostro Pianeta e nelle generazioni future, ponendo fine all’era della plastica per il bene della salute umana e planetaria chiedendo una riduzione del 60% nella produzione di tutte le plastiche entro il 2040.

La plastica, infatti, nata nel 1870 dai fratelli Hyatt con l’intento nobile di salvaguardare gli elefanti e sostituirsi all’avorio come materiale utilizzato nella realizzazione di palle da biliardo, è oggi il terzo materiale prodotto dall’uomo più diffuso sulla terra, dopo acciaio e cemento. La produzione di plastica ha superato i 380 milioni di tonnellate all’anno, con un aumento negli ultimi dieci anni superiore a tutto il ventesimo secolo. Secondo il rapporto “The New Plastics Economy – Rethinking the future of plastics” pubblicato dal World Economic Forum, nei prossimi 20 anni la produzione di plastica raddoppierà. I tassi di riciclaggio della plastica, nel frattempo, si aggirano intorno al 30% in Europa, appena intorno al 9% negli Stati Uniti e allo zero in gran parte dei Paesi in via di sviluppo. Nel 2023 sono stati prodotti oltre 500 miliardi di sacchetti di plastica in tutto il mondo, al ritmo di un milione al minuto. Questi brevi istanti di utilizzo si trasformano in secoli di inquinamento, poiché le plastiche si disgregano in microplastiche che permeano ogni aspetto della vita sul nostro Pianeta. Le plastiche, infatti, non sono solo una minaccia per l’ambiente, ma rappresentano un grave rischio per la salute umana, con un’urgenza paragonabile a quella del cambiamento climatico. Al loro deterioramento in microplastiche, rilasciano sostanze chimiche tossiche nelle nostre fonti di cibo, acqua e aria. Lo studio “Human Consumption of Microplastics” pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology nel 2019 afferma che è possibile che ognuno di noi “consumi” ogni anno una quantità di microplastiche compresa tra le 39 mila e le 52 mila particelle. Aggiungendo poi le stime della microplastica inalata, la cifra sale a oltre 74 mila. Il team di ricerca ha consultato studi che consideravano la microplastica nell’acqua potabile e nell’aria. Lo studio afferma che le persone che bevono la quantità d’acqua consigliata dal rubinetto ingeriscono 4.000 particelle di plastica ogni anno, mentre chi beve solo acqua in bottiglia ne ingerisce altre 90.000. Gli scienziati non sono ancora sicuri di quale sia la quantità che l’organismo riesca a tollerare, né di quale sia il danno che provoca. Tuttavia, nel 2017 uno studio del King’s College di Londra ipotizzava che, nel tempo, l’effetto cumulativo dell’ingestione della plastica potrebbe essere tossico.

Preoccuparci del problema della plastica diventa quindi oggi un’urgenza e per accogliere la chiamata di porre fine alla plastica per il bene della salute umana e planetaria INVITIAMO L’INTERA COMUNITÀ SCOLASTICA NELLA GIORNATA DEL 22 APRILE A PROVARE A SPERIMENTARE ALCUNE AZIONI:

Alcune classi del nostro Istituto parteciperanno attivamente alla pulizia del Parco San Giacomo durante le ore scolastiche, contribuendo con le loro azioni a liberarlo dai rifiuti.

Per approfondire la Giornata della Terra, la questione dell’impatto della plastica sul nostro pianeta e il tema della sostenibilità prova a sbirciare un po’ qui:

Si ringraziano le referenti sostenibilità Chiara Ferrazzetta, Andrea Rosca, Anastasia Doardo, Victoria Barbaneagra, Beatrice Incoom, Giulia De Angelis e Nicoletta Grigoriev per il tempo e la passione cha hanno dedicato ad indagare e comunicare i temi che hanno approfondito; gli studenti Rami Kobrossli, Gabriela Zaharia, Edoardo Menini, Angelica Bazzani, Sara Hoxa per il video di sensibilizzazione sul tema “sostenibilità e cibo”; Imane Tabiri per il tempo, la cura e la creatività artistica che ha messo a disposizione di questo lavoro; gli studenti e studentesse che hanno partecipato al progetto mobilità Erasmus, per la condivisione dell’esperienza di sostenibilità sperimentata nelle realtà che li hanno ospitati.

Prof.ssa Caterina Righetti e studentesse e studenti per la sostenibilità

Locandina di Diletta De Luca 5^F