1° MAGGIO – FESTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

[…] l’ispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti o degli artisti in genere. C’è, c’è stato e

sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dall’ispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono

pedagoghi siffatti, ci sono giardinieri siffatti e ancora un centinaio di altre professioni. Il loro lavoro

può costituire un’incessante avventura, se solo sanno scorgere in esso sfide sempre nuove.

Malgrado le difficolta e le sconfitte, la loro curiosità non viene meno. Da ogni nuovo problema

risolto scaturisce per loro un profluvio di nuovi interrogativi. L’ispirazione, qualunque cosa sia,

nasce da un incessante ≪non so≫.

Di persone così non ce ne sono molte. La maggioranza degli abitanti di questa terra lavora per

procurarsi da vivere, lavora perché deve. Non sono essi a scegliersi il lavoro per passione, sono le

circostanze della vita che scelgono per loro. Un lavoro non amato, un lavoro che annoia,

apprezzato solo perché comunque non a tutti accessibile, è una delle più grandi sventure umane.

E nulla lascia presagire che i prossimi secoli apporteranno in questo campo un qualche felice

cambiamento. […]

Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: ≪non so≫. Piccole, ma alate. Parole che

estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la

nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto ≪non so≫, le mele nel giardino sarebbero

potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a

raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Skłodowska Curie non si fosse

detta ≪non so≫, sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva ≪non so≫ e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.

7 dicembre 1996 – passi del discorso tenuto da Wisława Szymborska in occasione del conferimento del Premio Nobel. 

BREVE STORIA DELLA FESTA DEL LAVORO

La FESTA DEL LAVORO ha una lunga tradizione: il primo “Primo Maggio” nasce infatti a Parigi il 20 luglio del 1889.

L’idea venne lanciata durante il congresso della Seconda Internazionale che, in quei giorni, era riunito nella capitale francese. Durante i lavori venne indetta una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche di ridurre la giornata lavorativa a otto ore.

La scelta della data non era casuale: si optò per il 1° maggio perché tre anni prima, nel 1886, una manifestazione operaia a Chicago era stata repressa nel sangue. A metà del 1800, infatti, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di Haymarket: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.

L’iniziativa superò i confini nazionali e divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai che in quegli anni lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. Così, nonostante la risposta repressiva di molti governi, il 1° maggio del 1890 registrò un’altissima adesione. Oggi quella data è festa nazionale in molti Paesi.

Nel 1923, sotto regime fascista venne abolito il 1° maggio e la festa dei lavoratori confluì nel Natale di Roma (21 aprile), leggendaria data di fondazione della Capitale, nel 753 a. C.

Prof.ssa Francesca Zerman Dipartimento di Lettere

Locandina di Diletta De Luca 5^F