# Giornata mondiale della sindrome di down

Il 21 marzo è la Giornata mondiale della Sindrome di Down (WDSD – World Down Syndrome Day), un appuntamento voluto da Down Syndrome International e ufficializzato da una risoluzione dell’Onu. L’obiettivo è diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza sulla sindrome di Down, per creare una nuova cultura della diversità e per promuovere il rispetto e l’inclusione nella società di tutte le persone con tale sindrome.

La sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, è caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più, tre invece di due, nella coppia cromosomica n. 21 all’interno delle cellule. Quest’anno il tema della giornata mondiale è “L’inclusione significa”. Le persone con sindrome di Down e altre disabilità intellettive oggi non beneficiano di una piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, per questo è importante porre la lente d’ingrandimento su questo tema.

Giornata mondiale della Sindrome di Down, cosa significa per te inclusione?

Una storia di coraggio Valerio Catoia

Ha salvato una ragazzina tuffandosi in mare, a Sabaudia. È un atleta paralimpico, nuota a livello agonistico. È un capo scout. Lavora in un’azienda che vende energia pulita. Balla musica afro-caraibica, è appassionato di zumba. È Alfiere della Repubblica e – da oggi – anche poliziotto ad honorem. Valerio è tutte queste cose insieme e molte altre: è «argento vivo», dice suo padre. E l’incredibile vitalità è una rivincita: quando sua madre chiese a un medico che cosa avrebbe potuto aspettarsi dal futuro di un bambino nato con la sindrome di Down, la risposta fu: «Valerio è un fiore destinato a non sbocciare». E invece il fiore è sbocciato, ed è una sorpresa quotidiana: così Valerio Catoia, ventunenne di Latina, da oggi è un poliziotto speciale, e non solo per avere dato prova – come si legge nelle parole ufficiali della Polizia di Stato – di «grande forza, coraggio e generosità» quando si è trattato di portare in salvo una bambina che rischiava di annegare.

C’è altro: merita il riconoscimento di chi sceglie di rispondere all’odio «con l’impegno civile». L’odio che imprevedibilmente gli è piovuto addosso via social dopo il riconoscimento del suo coraggio. Messaggi velenosi quando non feroci, derisione, sarcasmo a buon mercato. Chiedo al papà come se lo spiega. E lui mi risponde che spiegarselo è difficile: «La noia? La stupidità? Ho pensato perfino che il fisico scolpito di Valerio possa avere dato fastidio, magari non te lo aspetti, no?». All’inizio i genitori hanno tenuto Valerio all’oscuro degli insulti; hanno provato a contattare l’amministratore del gruppo di “satira nera” (un commercialista!) e – come ha raccontato su Repubblica Clemente Pistilli – per tutta risposta hanno ricevuto un’altra scarica di improperi. Infine, hanno condiviso con Valerio la scelta di andare a denunciare alla Polizia postale. E lui si è presentato lì, convinto sì, ma con «distacco intelligente».

Ora farà da testimonial per una campagna di sensibilizzazione sull’uso consapevole della Rete e sul contrasto all’odio online. Ci vuole l’argento vivo anche per questo, no? E Valerio non si risparmia. Lo cerco per parlargli, ma è a tagliarsi i capelli per la cerimonia di stasera a Roma, al Parco archeologico del Colosseo. Poi lo trovo impegnato per qualche scatto fotografico per i giornali e per la fototessera che serve per il distintivo. Finalmente arriva un vocale in cui dice, orgoglioso: «Sono emozionato e felicissimo di ricevere questo premio, per me un grande onore far parte della Polizia!».

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/09/28/news/la_rivincita_di_valerio_che_realizza_il_sogno_di_diventare_poliziotto-319881254/