Il 21 settembre di ogni anno, le Nazioni Unite ci invitano a celebrare la Giornata Internazionale della Pace. Questa giornata rappresenta un’opportunità per riflettere sui nostri sforzi collettivi per promuovere la pace e la sicurezza globali.
Il tema di quest’anno, “COLTIVARE UNA CULTURA DI PACE”, sottolinea l’importanza di costruire società basate sul dialogo, l’empatia e il rispetto dei diritti umani. In un mondo afflitto da conflitti, disuguaglianze e discriminazioni, il nostro impegno per la pace deve essere incessante e vigoroso. Dobbiamo promuovere un ambiente in cui la non violenza e la giustizia possano fiorire.
Questa Giornata Internazionale è soprattutto un richiamo all’azione. Ciascuno di noi deve impegnarsi a piantare i semi della non violenza, della giustizia e della speranza. Ogni piccolo gesto di può contribuire a un futuro più armonioso e giusto per tutti.
La nostra Scuola che, ogni giorno promuove la cultura della pace attraverso le parole, i gesti, le attività e l’esempio, quest’anno compie 50 anni.
Durante la prima settimana di settembre, la Dirigente e un nutrito gruppo di docenti hanno visitato i luoghi dove, 150 anni fa, è nato e cresciuto Luigi Einaudi; a Carrù e a Dogliani Luigi Einaudi ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza.
Sono stati due giorni immersivi e arricchenti durante i quali, attraverso gli interventi e gli approfondimenti dei relatori, abbiamo potuto conoscere la formazione, le idee, i valori e i principi del ragazzo, prima, e dell’uomo, poi, di cui il nostro Istituto porta l’illustre nome.
E per la locandina di questo 21 Settembre 2024, data fondamentale del nostro CALENDARIO CIVILE, abbiamo scelto una riflessione che Luigi Einaudi, il 12 maggio 1948, appena nominato Presidente della Repubblica, condivise con i colleghi in Parlamento.
[…] La gioia, una delle più pure che un cuore umano possa provare, è la gioia di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte torto, ed accedere, facendola propria, all’opinione di uomini più saggi di noi […].
È un pensiero semplice ma potente e soprattutto attuabile da tutte e da tutti, nella vita quotidiana, nei frangenti più consueti così come nelle situazioni più complesse. È la base per poter gestire una conversazione democratica, per mettersi in discussione, per riconoscere i propri errori, per fare autocritica, per imparare dagli altri, per seguire esempi virtuosi.
Provare gioia nell’ammettere di avere torto è un processo tutt’altro che banale ma è perseguibile e attuabile: è un percorso individuale e interiore che può dilatarsi per diventare collettivo. Ascoltare, facendole proprie, le opinioni altrui, le ragioni altrui, ci condurrebbe dritti dritti a COLTIVARE LA PACE.
Noi all’Einaudi, quest’anno partiamo da qui…nello spessore delle impronte.
prof.ssa Francesca Zerman Dipartimento di Lettere